mercoledì 5 marzo 2025

Omicidio Capuano a Suzzara: una tragedia familiare scuote l’Italia

La mattina del 23 dicembre 2024, Francesco Capuano, un ex bidello di 79 anni originario di Napoli, è stato freddato con tre colpi di pistola alla testa nel garage della sua abitazione a Suzzara, in provincia di Mantova. Il delitto, avvenuto in una tranquilla cittadina del Nord Italia, ha inizialmente sconcertato gli inquirenti per la sua brutalità e il mistero che lo avvolgeva. La vittima, che viveva con la figlia Rosa dopo la morte della moglie, è stata trovata senza vita dalla stessa figlia, rientrata nel garage dopo essersi assentata per pochi minuti. Quello che sembrava un agguato mafioso o un regolamento di conti ha preso una piega inaspettata con l’arresto di Rosa Capuano, accusata di essere l’autrice del crimine.


I dettagli dell’agguato: un delitto pianificato in pochi minuti

La dinamica dell’omicidio è agghiacciante nella sua rapidità. Francesco e Rosa, 46 anni, erano scesi insieme nel garage per andare a fare la spesa. L’uomo, con problemi di deambulazione, si era seduto nella loro Fiat Panda, mentre la figlia era risalita in casa per recuperare sigarette e fazzoletti dimenticati. In quel breve lasso di tempo, tra le 9:00 e le 9:30, il killer ha agito: tre colpi sparati a bruciapelo, senza lasciare bossoli, forse grazie a un silenziatore. Rosa, al suo ritorno, ha trovato il padre accasciato e ha chiamato i soccorsi. Le indagini hanno inizialmente esplorato piste esterne, ma i sospetti si sono presto concentrati su di lei, l’ultima persona ad aver visto la vittima viva.

Rosa Capuano arrestata: il movente dell’eredità e un rapporto conflittuale

A quasi tre mesi dal delitto, il 5 marzo 2025, una svolta clamorosa: Rosa Capuano è stata arrestata in provincia di Napoli, dove si era trasferita da parenti dopo il sequestro dell’appartamento di Suzzara. Gli inquirenti la ritengono responsabile di omicidio premeditato e detenzione illecita di arma da fuoco. Il movente? Un rapporto tormentato con il padre, descritto come possessivo e oppressivo, e l’ambizione di diventare l’erede universale dei beni familiari. Rosa, disoccupata e convivente con Francesco, avrebbe pianificato l’uccisione per liberarsi dal suo controllo e assicurarsi l’eredità, escludendo gli altri tre fratelli. Le prove raccolte dai carabinieri, supportate dai Ris di Parma, hanno portato il gip a convalidare la custodia cautelare in carcere.

Le indagini e il dolore di una comunità: una cerità ancora parziale

Le indagini, coordinate dalla Procura di Mantova, hanno richiesto tempo per sbrogliare una matassa intricata. L’autopsia ha confermato la morte per i tre proiettili alla testa, mentre i rilievi nell’appartamento e nel garage hanno fornito indizi decisivi contro Rosa. Il passato di Francesco, trasferitosi a Suzzara dieci anni fa, è stato scandagliato senza trovare legami con la criminalità, rendendo la pista familiare sempre più concreta. La comunità di Suzzara, sconvolta, si interroga su come una disputa tra padre e figlia possa essere sfociata in un gesto così estremo. Resta da chiarire dove Rosa abbia trovato l’arma e se abbia agito da sola, ma la sua incriminazione segna un punto di svolta in un caso che ha scosso l’Italia, lasciando aperte domande su verità e giustizia.

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