L’autopsia condotta il 6 marzo 2025 all’Istituto di Medicina Legale di Pavia sul corpo recuperato dal fiume Adda ha rivelato dettagli inquietanti. Sul cadavere, rinvenuto domenica 2 marzo a Zelo Buon Persico (Lodi), sono stati trovati lividi, ecchimosi e segni compatibili con un’aggressione brutale. Questi indizi suggeriscono che la vittima abbia subito percosse prima di morire, con il soffocamento indicato come probabile causa del decesso.
L’identità in attesa di conferma: Nataly Quintanilla
Il corpo, rimasto in acqua per circa un mese, è in condizioni tali da rendere complesso il riconoscimento immediato. Gli inquirenti ritengono che si tratti di Jhoanna Nataly Quintanilla, la babysitter salvadoregna scomparsa da Milano tra il 24 e il 25 gennaio. La conferma definitiva arriverà solo con il test del DNA, reso difficoltoso dal deterioramento delle impronte digitali.
La confessione del compagno e i dubbi degli investigatori
Pablo Gonzalez Rivas, compagno della 40enne, è in carcere dal 7 febbraio con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Ha confessato di aver ucciso Nataly “per sbaglio” durante un gioco erotico, sostenendo di aver poi nascosto il corpo in un borsone abbandonato vicino a Cassano d’Adda. Tuttavia, i segni di violenza emersi dall’autopsia contraddicono questa versione, facendo ipotizzare una lite violenta culminata in un femminicidio.
Nuovi dettagli sull’omicidio e il ritrovamento
Le indagini hanno ricostruito che Rivas, dopo il delitto, avrebbe trascinato un borsone pesante fuori casa, come mostrano le telecamere di sorveglianza. Il corpo, avvolto in una valigia simile a quella descritta, è stato trascinato dalla corrente dell’Adda fino al punto del ritrovamento. Gli investigatori sospettano un tentativo di depistaggio: Rivas avrebbe chiesto a un amico di occultare il cadavere prima di disfarsene nel fiume, un gesto che aggrava il quadro accusatorio.
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