giovedì 6 marzo 2025

Il dolore di Michele Prospero: "Non riconosco mio figlio"

Michele Prospero, padre di Andrea, il 19enne trovato morto a Perugia il 29 gennaio 2025, ha rotto il silenzio con un appello straziante. "Non riconosco mio figlio in quel ragazzo con cinque telefoni, sessanta sim e carte di credito non sue", ha dichiarato, esprimendo il tormento di un genitore che si trova a fare i conti con una vita segreta del figlio, emersa dopo la tragedia. La sua voce riflette un mix di incredulità e disperazione, mentre cerca risposte su cosa abbia portato alla morte del giovane studente di Informatica.


Un giallo ancora irrisolto a Perugia

Andrea Prospero, originario di Lanciano, è scomparso il 24 gennaio, per poi essere ritrovato senza vita in un monolocale affittato segretamente nel centro di Perugia. Michele non crede all’ipotesi del suicidio: "O lo hanno ucciso o lo hanno indotto a farlo". Le indagini si concentrano su elementi misteriosi: cellulari, sim multiple e un computer acquistato a novembre, che potrebbero svelare una rete di contatti pericolosi. Il padre è convinto che il figlio sia finito in un "brutto giro", lontano dalla vita regolare che sembrava condurre.

La verità come unica consolazione

"Quale che sia la verità, anche la peggiore, ho bisogno di saperla per andare avanti", ha aggiunto Michele, sottolineando il peso di non aver intercettato i segnali di un’esistenza parallela di Andrea. La famiglia attende con ansia i risultati dell’autopsia e delle perizie sui dispositivi elettronici, sperando che facciano luce su una vicenda avvolta nel mistero. La scoperta di barbiturici accanto al corpo alimenta i dubbi: un gesto estremo o un atto orchestrato da altri?

Un appello disperato ai testimoni

Michele si è rivolto a chiunque possa sapere qualcosa: "Chi sa parli, ci aiuti". Il padre descrive Andrea come un ragazzo timido e gentile, lontano da attività illecite, incapace di affittare un appartamento con mezzi propri senza che la famiglia lo sapesse. La sua richiesta è chiara: ricostruire gli ultimi mesi di vita del figlio, capire chi fosse davvero e cosa lo abbia travolto, per elaborare un lutto che, senza verità, resta insopportabile.

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