Durante un acceso intervento alla Camera il 19 marzo 2025, Giorgia Meloni ha scatenato una bufera politica citando il Manifesto di Ventotene, documento simbolo del federalismo europeo. La premier ha letto alcuni passaggi chiave, come “la rivoluzione europea dovrà essere socialista” e “la proprietà privata deve essere abolita o limitata”, per poi dichiarare: “Non so se questa è la vostra Europa, ma non è la mia”. L’attacco al testo scritto nel 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi ha provocato fischi e proteste dai banchi dell’opposizione, evidenziando una profonda spaccatura ideologica.
Un dibattito infuocato in vista del Consiglio Ue
L’intervento di Meloni è avvenuto durante la discussione sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 20-21 marzo. La premier ha usato il Manifesto di Ventotene per criticare l’idea di Europa sostenuta dalle opposizioni, in particolare dal Pd, che lo aveva richiamato in una recente manifestazione a Piazza del Popolo. La sua lettura selettiva ha voluto sottolineare i toni rivoluzionari e socialisti del documento, contrapponendoli alla sua visione di un’Europa basata su sovranità nazionale e principi democratici diversi.
La bagarre in Aula e le accuse di revisionismo
Le parole di Meloni sul Manifesto di Ventotene hanno acceso un vero caos in Aula, con urla di “vergogna” e interruzioni che hanno costretto il presidente Lorenzo Fontana a sospendere la seduta. L’opposizione ha accusato la premier di dileggiare un simbolo della lotta antifascista e dell’unità europea, frutto del confino di Spinelli e Rossi sotto il regime fascista. Alcuni deputati hanno chiesto scuse ufficiali, definendo l’intervento un oltraggio alla memoria storica e al ruolo istituzionale della presidente del Consiglio.
Un simbolo conteso: il Manifesto di Ventotene oggi
Il Manifesto di Ventotene resta un pilastro dell’ideale europeo, ma la provocazione di Meloni riapre il dibattito sul suo significato attuale. Scritto in un contesto di guerra e dittatura, il testo proponeva un’Europa federale per superare i nazionalismi. La premier, invece, ne ha evidenziato gli aspetti più radicali, usandoli per segnare una distanza dalla sinistra e riaffermare la sua linea politica. L’episodio dimostra come il Manifesto di Ventotene continui a dividere, tra chi lo vede come un’eredità sacra e chi lo considera un’utopia superata.
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