domenica 2 marzo 2025

Festa di Carnevale finisce in tragedia: giovane accoltellato al petto

Una festa di Carnevale si è trasformata in tragedia a Bari Sardo, in provincia di Nuoro, nella notte tra il 1° e il 2 marzo 2025. Marco Mameli, un ragazzo di 22 anni originario di Ilbono, è stato accoltellato al petto durante una rissa scoppiata al termine della tradizionale sfilata dei carri allegorici. Quello che doveva essere un momento di gioia e spensieratezza si è concluso con la morte del giovane operaio, lasciando la comunità locale sotto shock e in lutto.


La dinamica dell’aggressione: una lite fatale

L’episodio è avvenuto intorno alle 23 in via Santa Cecilia, nel cuore del centro storico. Marco, che lavorava presso un’azienda di Arbatax, stava trascorrendo la serata con amici quando, per motivi ancora poco chiari, è scoppiato un alterco con un altro gruppo di ragazzi. Durante la colluttazione, qualcuno ha estratto un coltello, colpendo Mameli con un fendente letale. I soccorsi del 118 sono intervenuti rapidamente, ma ogni tentativo di salvarlo è stato vano.

Indagini in corso: caccia al responsabile

Un secondo giovane, di 26 anni e anch’egli di Ilbono, è rimasto ferito nella rissa ed è stato trasportato all’ospedale di Lanusei, dove è stato medicato e dimesso con ferite lievi. Le forze dell’ordine, coordinate dalla Procura di Lanusei, hanno immediatamente avviato le indagini per identificare l’autore dell’omicidio. Testimoni sono stati interrogate nella notte, e gli investigatori stanno lavorando per ricostruire la dinamica e rintracciare il responsabile, che si è dato alla fuga subito dopo il fatto.

Lutto e riflessioni: il Carnevale si ferma

La morte di Marco Mameli ha sconvolto l’intera Ogliastra. Il sindaco di Bari Sardo ha annullato gli eventi di Carnevale previsti, compresa la sfilata del 4 marzo, mentre messaggi di cordoglio si moltiplicano da parte di amministratori e cittadini. La vicenda ha riacceso il dibattito sulla sicurezza durante le manifestazioni pubbliche, spingendo la comunità a interrogarsi su come una serata di festa possa trasformarsi in un dramma così violento. La Sardegna piange un giovane pieno di vita, mentre si attende giustizia.

Papa Francesco: una lettera di gratitudine dal Gemelli

Papa Francesco, ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma dal 14 febbraio 2025 per una polmonite bilaterale, ha sorpreso tutti scrivendo una lettera di ringraziamento al personale medico e sanitario. Nonostante le sue condizioni di salute restino complesse, il Pontefice ha voluto esprimere il suo apprezzamento per l’impegno e la dedizione di chi lo sta assistendo. La missiva, firmata “Dal Policlinico Gemelli”, riflette il suo spirito resiliente e la capacità di trovare forza anche nei momenti di fragilità.


Un messaggio di vicinanza e speranza

Nella lettera, Francesco non si limita a ringraziare medici, infermieri e operatori sanitari, ma estende il suo pensiero a tutti coloro che gli sono vicini con preghiere e affetto. “Mi sento portato e sostenuto da tutti”, scrive, sottolineando come la solidarietà dei fedeli gli dia conforto. Anche in un contesto di sofferenza, il Papa trasmette un messaggio di speranza, invitando a vedere nella maladie una benedizione nascosta, un’occasione per riflettere sulla fragilità umana.

Le condizioni di salute: un quadro in evoluzione

Il Pontefice, giunto al diciassettesimo giorno di degenza, alterna momenti di miglioramento a fasi critiche, come la recente crisi di broncospasmo che ha richiesto ventilazione meccanica non invasiva. Nonostante ciò, Francesco resta vigile e collaborativo, continuando le terapie e partecipando attivamente alla fisioterapia respiratoria. La prognosi rimane riservata, ma la sua volontà di mantenere un legame con il mondo esterno attraverso lettere e messaggi dimostra una straordinaria determinazione.

Un esempio di umiltà e leadership

Questa lettera non è solo un gesto di gratitudine, ma anche una testimonianza della leadership spirituale di Francesco. Anche dal letto d’ospedale, non smette di guidare la Chiesa, delegando compiti e autorizzando nomine, come quella di suor Raffaella Petrini alla guida del Governatorato vaticano. Il suo umorismo e la sua serenità, confermati da chi lo ha visitato, rafforzano l’immagine di un Papa che affronta le difficoltà con fede e umanità, offrendo un esempio potente ai fedeli di tutto il mondo.

Agguato fuori un bar di Napoli: un morto e un ferito all’alba

Domenica 2 marzo 2025, il quartiere Fuorigrotta di Napoli è stato teatro di un violento agguato. Poco prima delle 7 del mattino, davanti a un bar molto frequentato della zona, sono stati esplosi diversi colpi d’arma da fuoco. Il bilancio è tragico: un uomo di 34 anni ha perso la vita, mentre un 40enne è rimasto ferito. L’episodio ha scosso la comunità locale, abituata a vedere il locale come punto di ritrovo per giovani, specialmente nelle prime ore del weekend.


Pasquale D’Anna: la vittima con un passato turbolento

L’uomo ucciso è stato identificato come Pasquale D’Anna, 34 anni, noto alle forze dell’ordine per precedenti penali. Secondo le prime ricostruzioni, si trovava nei pressi del bar insieme al ferito quando i colpi sono stati sparati. Trasportato d’urgenza all’ospedale San Paolo, è deceduto poco dopo per le gravi ferite riportate. La sua vicinanza a gruppi criminali del quartiere Pianura potrebbe essere un elemento chiave per comprendere il movente dell’agguato.

Traffico e indagini: caos dopo la sparatoria

Il secondo uomo coinvolto, un 40enne, è stato anch’egli portato al San Paolo, dove ha ricevuto cure mediche. Le sue condizioni non sarebbero critiche, e presto potrebbe fornire dettagli utili agli inquirenti. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno avviato le indagini per ricostruire la dinamica e identificare i responsabili, fuggiti dopo l’attacco. La zona, già affollata di auto e passanti, è piombata nel caos, con traffico bloccato e scene di panico tra i presenti.

Un quartiere sotto shock: cosa succede a Fuorigrotta?

L’agguato ha riacceso l’attenzione sulla sicurezza a Fuorigrotta, un’area vivace ma segnata da episodi di criminalità. I residenti si interrogano sulle cause di questa violenza, mentre le autorità lavorano per capire se si tratti di un regolamento di conti legato alla camorra. Le telecamere di sorveglianza potrebbero rivelarsi decisive per fare luce sull’accaduto. Intanto, la città si stringe attorno alle vittime, in attesa di risposte che chiariscano un episodio tanto brutale quanto improvviso.

Maltempo in Campania: un’ondata di disagi

La Campania è stata colpita da un’ondata di maltempo che ha messo in ginocchio diverse aree della regione. Forti piogge si sono abbattute senza sosta, causando allagamenti, smottamenti e gravi disagi alla viabilità. Tra le zone più colpite spicca Eboli, in provincia di Salerno, dove il territorio ha subito le conseguenze più evidenti di questa perturbazione. Le precipitazioni abbondanti hanno trasformato strade in fiumi di fango, rendendo la situazione critica per residenti e automobilisti.


Frana a Eboli: crollo vicino al ponte della ferrovia


A Eboli, il maltempo ha provocato il cedimento di un muro perimetrale nei pressi del ponte della ferrovia, in via Romano Cesareo. L’episodio, verificatosi nel pomeriggio del 26 febbraio 2025, ha scatenato una frana che ha invaso la carreggiata, interrompendo la viabilità. Fortunatamente, non ci sono stati feriti, ma un’auto in transito è stata sfiorata dai detriti, causando momenti di panico. La pioggia incessante sembra aver indebolito la struttura, già fragile, portando al crollo.


Traffico in tilt e disagi ferroviari


Il crollo vicino al ponte della ferrovia ha avuto ripercussioni immediate sul traffico locale. La zona del rione Pescara è finita nel caos, con la circolazione bloccata e lunghe code di veicoli. Anche il trasporto ferroviario ha subito gravi disagi: la linea Eboli-Potenza è stata interrotta, lasciando pendolari e viaggiatori in attesa di soluzioni alternative. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, protezione civile e polizia municipale per gestire l’emergenza e mettere in sicurezza l’area.

Interventi e prospettive future


Le autorità stanno lavorando senza sosta per ripristinare la normalità. Squadre di tecnici sono impegnate nella rimozione dei detriti e nella valutazione della stabilità delle strutture vicine. Il maltempo, tuttavia, continua a preoccupare: le previsioni meteo non promettono miglioramenti immediati, e il rischio di nuovi smottamenti resta alto. Questa ennesima emergenza sottolinea la fragilità del territorio campano, spingendo a riflettere sulla necessità di interventi strutturali per prevenire futuri disastri.

Maschio Angioino: via la baraccopoli, Napoli recupera decoro

A Napoli, gli spalti del Maschio Angioino, noto anche come Castel Nuovo, sono stati finalmente liberati dalla baraccopoli che per anni ha deturpato uno dei simboli della città. L’intervento, concluso il 27 febbraio 2025, ha visto la rimozione di accampamenti abusivi occupati da senza dimora, restituendo ai cittadini e ai turisti un’area verde di 500 metri quadrati. La fortezza medievale, situata nel cuore del centro storico, torna così a splendere, grazie a un’operazione fortemente voluta dall’amministrazione comunale per contrastare il degrado.


Sette tonnellate di rifiuti rimosse: un’operazione imponente

Il lavoro di bonifica ha richiesto l’impegno di oltre venti persone, tra operai, tecnici, assistenti sociali e agenti della polizia locale, iniziando all’alba per garantire un intervento rapido ed efficace. Sono state rimosse ben 7 tonnellate di rifiuti, tra cui tende, masserizie e persino un motorino abbandonato. L’operazione ha previsto anche l’uso di mezzi speciali per smantellare strutture improvvisate, segno di un’occupazione prolungata che aveva trasformato gli spalti in una discarica a cielo aperto.

Un lavoro di squadra per la riqualificazione

L’intervento è stato reso possibile dalla collaborazione tra diverse realtà: dai servizi di pulizia e raccolta rifiuti ai nuclei dedicati alle emergenze sociali e sanitarie. Due persone senza dimora presenti nell’area sono state allontanate e prese in carico dai servizi sociali, mentre l’intera zona è stata sanificata. L’iniziativa, partita nelle scorse settimane e coordinata dalla Direzione Generale del Comune, riflette l’impegno dell’amministrazione nel ridare dignità a un luogo simbolo della storia napoletana.

Verso un futuro di tutela e fruibilità

La bonifica degli spalti del Maschio Angioino non è solo un’azione di pulizia, ma il primo passo verso un progetto più ampio di riqualificazione. La I Municipalità sta pianificando una conferenza dei servizi per definire interventi di messa in sicurezza e rendere l’area accessibile a tutti. L’obiettivo è preservare il valore storico e turistico del castello, evitando che il degrado torni a prendere il sopravvento. Napoli punta così a valorizzare il suo patrimonio, unendo decoro urbano e attenzione sociale.

sabato 1 marzo 2025

Bambina scomparsa, Denise Pipitone: l’indagine non sarà riaperta

La Procura di Marsala ha deciso di non riaprire l’indagine sulla scomparsa di Denise Pipitone, la bambina sparita a Mazara del Vallo il 1° settembre 2004, quando aveva solo 4 anni. La richiesta era stata avanzata da Tony Pipitone, padre legale della piccola, che sperava in una nuova svolta dopo vent’anni di misteri irrisolti. Tuttavia, gli inquirenti hanno ritenuto che non ci fossero elementi nuovi sufficienti a giustificare la ripresa delle indagini, archiviate nel 2021. Una notizia che chiude, almeno per ora, un capitolo doloroso di una delle vicende più seguite nella cronaca italiana.


La delusione di Tony Pipitone: “Amareggiato, ma non mi arrendo”

Tony Pipitone, ex marito di Piera Maggio e padre legale di Denise, ha espresso profonda amarezza per la decisione. In un messaggio pubblico, ha lamentato di aver appreso la notizia attraverso i media, senza una comunicazione diretta dalla Procura, nonostante stesse attendendo risposte ufficiali. “Sono amareggiato, ma andrò avanti”, ha dichiarato, sottolineando la sua fiducia nei professionisti che hanno valutato il caso e la determinazione a non fermarsi nella ricerca della verità sulla sorte della figlia, scomparsa mentre giocava vicino casa.

Un caso che continua a dividere: vent’anni di ricerche

La vicenda di Denise Pipitone rimane uno dei grandi enigmi italiani. La bambina, figlia biologica di Piera Maggio e Pietro Pulizzi, svanì nel nulla in una tranquilla mattina d’estate, dando il via a indagini complesse e spesso controverse. Negli anni, si sono susseguite piste familiari, falsi avvistamenti e segnalazioni, ma nessuna ha portato a una soluzione. L’ultima richiesta di Tony puntava su presunti elementi inediti, ma la Procura ha giudicato insufficienti le novità presentate, lasciando intatto il muro di silenzio che circonda il caso da due decenni.

La lotta per la verità non si ferma

Nonostante il rifiuto della riapertura, la famiglia di Denise non sembra intenzionata a cedere. Tony Pipitone, che ha cresciuto la bambina come figlia propria, ha ribadito l’impegno a proseguire, sostenuto dalla speranza e dalla volontà di sapere cosa sia accaduto quel giorno. Anche Piera Maggio, madre di Denise, continua da anni a chiedere giustizia, mantenendo viva l’attenzione su una storia che ha toccato il cuore di molti. La decisione della Procura è un duro colpo, ma la lotta per la verità su Denise Pipitone appare lontana dal concludersi.

Bar e ristoranti a Napoli: il problema dell’evasione del canone

Napoli, il fenomeno dei bar e ristoranti che non pagano il canone per l’occupazione del suolo pubblico è diventato un caso eclatante. Nel 2024, solo il 28% delle attività ha versato quanto dovuto, lasciando un buco di circa 5 milioni di euro nelle casse comunali. Su un totale di 7 milioni di euro accertati, ne sono stati incassati appena 2, un dato che evidenzia una diffusa tendenza all’evasione. Questo comportamento sottrae risorse preziose alla città, penalizzando i cittadini che vedono lo spazio pubblico occupato senza un ritorno economico.


Due su tre non pagano: i numeri del 2024

I numeri parlano chiaro: due gestori su tre, nel 2024, hanno evitato di pagare il canone unico per i tavolini sistemati su marciapiedi e strade. Rispetto al 2023, quando la percentuale di riscossione era del 34%, la situazione è peggiorata, scendendo al 28,34%. Questo calo è significativo, soprattutto considerando che l’anno scorso le normative post-Covid avevano ancora garantito una certa flessibilità. Oggi, con regole più stringenti, l’evasione sembra essere una scelta deliberata per molti esercenti.

Le conseguenze per il Comune e i cittadini

Il mancato pagamento del canone non è solo un problema economico, ma anche sociale. Il “buco” da 5 milioni di euro si aggiunge a un debito pregresso stimato in circa 40 milioni, accumulato negli anni. Questa cifra monstre priva il Comune di fondi per servizi essenziali, mentre i cittadini perdono spazio pubblico senza un’adeguata compensazione. Le proposte per contrastare il fenomeno includono la revoca delle concessioni a chi non paga, un’idea che sta guadagnando consenso tra i consiglieri comunali come soluzione drastica ma necessaria.

Verso una regolamentazione più severa

Di fronte a questa situazione, l’amministrazione napoletana sta valutando misure più rigide. Si discute di riformare il regolamento sull’occupazione del suolo pubblico, con l’obiettivo di aumentare i controlli e penalizzare gli evasori. L’idea è chiara: chi non rispetta le regole rischia di perdere il diritto ai tavolini. Intanto, la città si interroga su come bilanciare le esigenze dei commercianti con quelle della collettività, in un contesto dove la movida è vitale per l’economia, ma non può diventare un alibi per l’illegalità.

Festa di Carnevale finisce in tragedia: giovane accoltellato al petto

Una festa di Carnevale si è trasformata in tragedia a Bari Sardo, in provincia di Nuoro, nella notte tra il 1° e il 2 marzo 2025. Marco Mame...