lunedì 3 marzo 2025

Sentenza Tar: confermata la condanna per Feltri e Giordano

La sentenza del Tar del Lazio ha segnato una svolta nel caso delle dichiarazioni contro i meridionali pronunciate da Vittorio Feltri nel 2020. Durante una puntata di “Fuori dal coro” su Rete 4, l’ex direttore di Libero aveva definito i meridionali “inferiori”, suscitando indignazione. Il Tribunale ha respinto il ricorso di Mediaset, confermando la decisione dell’Agcom che aveva ravvisato un linguaggio d’odio, consolidando così la posizione di contrasto a espressioni discriminatorie.


Le parole incriminate: un caso di hate speech

Tutto è iniziato il 21 aprile 2020, quando Feltri, ospite di Mario Giordano, ha espresso giudizi ritenuti gravi e stereotipati. Il conduttore non si è dissociato adeguatamente, aggravando la situazione. L’Agcom aveva diffidato Mediaset per violazione delle norme contro l’hate speech, sottolineando come tali affermazioni ledano la dignità di un’intera comunità territoriale, quella meridionale.

Il verdetto: una vittoria per la tutela della dignità

Il Tar, con una sentenza emessa a febbraio 2025, ha ribadito che la libertà di espressione non giustifica insulti. I giudici hanno evidenziato la gravità delle parole usate, non contestualizzabili, e condannato Mediaset alle spese legali. Questo verdetto rappresenta un monito per i media, rafforzando l’idea che la responsabilità editoriale debba prevalere sulla provocazione fine a sé stessa.

Impatto e reazioni: un segnale contro il razzismo

La decisione ha scatenato dibattiti, con molti che la vedono come un passo verso una comunicazione più rispettosa. Le associazioni e i cittadini meridionali hanno accolto con favore il pronunciamento, mentre Feltri e Giordano restano figure divisive. La sentenza del Tar non chiude solo un capitolo legale, ma lancia un messaggio chiaro: il linguaggio d’odio non trova spazio nella società contemporanea.

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