Roberto Benigni ha fatto ritorno in televisione il 19 marzo 2025 con “Il Sogno”, uno spettacolo trasmesso in prima serata su Rai 1 che ha catalizzato l’attenzione di quasi 4,4 milioni di telespettatori, raggiungendo il 28,1% di share. Al centro del suo monologo, un appassionato elogio all’Europa unita, definita “la più grande costruzione politica ed economica degli ultimi 5 mila anni”. Con il suo stile inconfondibile, tra ironia e commozione, Benigni ha celebrato l’utopia ragionevole di un continente che, nato dalle ceneri della guerra, guarda alla pace come unico futuro possibile. Ma il suo discorso non ha convinto tutti: c’è chi lo ha accolto come un sogno necessario e chi lo ha bollato come propaganda.
L’Europa di Benigni: un sogno nato a Ventotene
Il cuore del racconto di Benigni è stato il Manifesto di Ventotene, scritto nel 1941 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni. In un’epoca di rovine e conflitti, quei tre “eroi” immaginarono un’Europa unita, basata su giustizia sociale e dialogo. L’attore ha ricordato come quel documento, scritto in un momento di oscurità, abbia gettato le basi per un progetto che oggi rappresenta un baluardo contro i nazionalismi. “Diffidate dal nazionalismo, è il carburante di tutte le guerre”, ha ammonito, sottolineando il valore di un’Europa che non lascia indietro nessuno, capace di essere un esperimento democratico unico al mondo.
Tra battute e visioni: esercito comune e pace universale
Con la sua verve comica, Benigni ha spaziato da battute su Giorgia Meloni e Elon Musk a proposte concrete, come quella di un esercito europeo comune, che definisce “il più forte al mondo” e un modo per risparmiare risorse. Ha salutato Sergio Mattarella e Papa Francesco, attualmente ricoverato, mostrando un lato umano che ha scaldato il pubblico. Ma il vero messaggio è stato un invito alla speranza: la pace universale è possibile, ha detto, commuovendosi nel finale. “Dobbiamo fare un passo tutti insieme e dire agli altri: siete fratelli”, un appello che ha chiuso la serata tra applausi e riflessioni sul futuro del continente.
Un discorso che spacca: tra applausi e critiche
Il monologo di Benigni ha diviso l’opinione pubblica. Da un lato, c’è chi ne ha apprezzato la poesia e l’ottimismo, vedendo nell’Europa unita una risposta alle sfide globali, come la guerra in Ucraina o l’ascesa dei sovranismi. Dall’altro, non sono mancate le critiche: alcuni lo hanno accusato di fare propaganda europeista, lontana dalla realtà di un’Unione percepita come distante e burocratica. In un momento di instabilità politica, con il Consiglio europeo alle porte e le recenti polemiche sulle parole di Meloni contro Ventotene, “Il Sogno” di Benigni si è trasformato in un evento che va oltre lo spettacolo, diventando un manifesto politico capace di accendere il dibattito.
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