Una tranquilla giornata di esplorazione si è trasformata in un incubo per tre ragazzini appassionati di urbex, l’esplorazione urbana di edifici abbandonati. Nella frazione di Parona, vicino a Negrar, in provincia di Verona, i giovani si sono intrufolati in una villetta isolata a Monte Ricco, convinti di trovare solo polvere e ricordi dimenticati. Invece, si sono trovati davanti a una scena agghiacciante: i corpi mummificati di una coppia di anziani, morti da almeno tre mesi.
Chi erano le vittime della villa dimenticata
I corpi appartenevano a Marco Steffenoni, un ex dentista di 75 anni, e a sua moglie Maria Teresa Nizzola, 76enne. La coppia viveva una vita ritirata, senza contatti con il mondo esterno, tanto che nessuno si era accorto della loro scomparsa. La villetta, nascosta tra le colline veronesi, era trascurata, con cassette della posta stracolme di bollette e lettere mai ritirate, segno di un isolamento totale.
L’ipotesi della tragedia: monossido di carbonio
Secondo le prime indagini, la causa della morte potrebbe essere un’intossicazione da monossido di carbonio, forse sprigionato dal camino acceso per riscaldarsi. Lei è stata trovata vicino al focolare, lui riverso al primo piano. La procura di Verona ha disposto l’autopsia per confermare questa teoria, ma l’avanzato stato di decomposizione dei corpi racconta di un dramma avvenuto mesi fa, passato inosservato fino all’arrivo dei ragazzi.
Urbex: passione che svela misteri nascosti
L’urbex, sempre più popolare tra i giovani, ha portato alla luce una storia di solitudine e tragedia. I tre esploratori, nonostante lo shock, hanno subito allertato le autorità, permettendo di avviare le indagini. Questo episodio dimostra come l’esplorazione urbana non sia solo un gioco, ma possa rivelare verità dimenticate, trasformando una bravata in un momento di scoperta tanto macabro quanto significativo.
Nessun commento:
Posta un commento