La Corte di Cassazione ha recentemente condannato il governo italiano a risarcire un gruppo di migranti trattenuti per dieci giorni a bordo della nave Diciotti nel 2018, su decisione dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. La sentenza, che sottolinea l’obbligo di soccorso in mare come principio fondamentale del diritto internazionale, ha stabilito che il blocco dello sbarco non può essere considerato un atto politico immune da controllo giurisdizionale. Questo verdetto ha scatenato una dura reazione da parte di Salvini, che non ha esitato a lanciare pesanti critiche ai giudici.
Le offese di Salvini: “sentenza vergognosa”
Matteo Salvini ha definito la decisione della Cassazione “vergognosa” e un’“invasione di campo indebita”. Parlando a margine di un evento a Milano, il leader della Lega ha attaccato i magistrati, suggerendo ironicamente che “se amano tanto i clandestini, li accolgano a casa loro”. Queste parole riflettono la sua linea dura contro l’immigrazione e il rifiuto di accettare una sentenza che considera un affronto alla sovranità nazionale, accusando i giudici di agire contro gli interessi degli italiani.
La replica della Premier Meloni e il tono polemico
Anche Giorgia Meloni ha espresso frustrazione, definendo “frustrante” l’idea di dover risarcire i migranti con i soldi dei contribuenti italiani. Pur mantenendo un tono meno aggressivo rispetto a Salvini, la premier ha criticato il principio risarcitorio della sentenza, giudicandolo “opinabile”. Le dichiarazioni di Salvini, tuttavia, si distinguono per la loro veemenza, arrivando a ipotizzare provocatoriamente l’apertura di un campo rom davanti al palazzo della Cassazione, un attacco diretto all’istituzione giudiziaria.
Le conseguenze politiche e il dibattito aperto
Le offese di Salvini ai giudici hanno riacceso il dibattito sulla separazione dei poteri in Italia. Mentre il vicepremier insiste nel difendere la sua azione del 2018 come un dovere per proteggere i confini, le opposizioni lo accusano di aver causato un danno al Paese. La sentenza, che rinvia al giudice di merito la quantificazione dei danni, segna una vittoria per i migranti coinvolti, ma alimenta anche le tensioni tra politica e magistratura, con Salvini al centro di una polemica che sembra destinata a durare.
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