domenica 9 marzo 2025

Cinque anni dal lockdown: il ricordo che ancora ci perseguita

Sono passati cinque anni da quel 9 marzo 2020, quando l’Italia si fermò con l’annuncio del primo lockdown. Un Paese intero si ritrovò chiuso in casa, travolto da un virus sconosciuto che trasformò le terapie intensive in trincee e i camion militari di Bergamo in un simbolo di morte indelebile. A distanza di un lustro, il ricordo di quei giorni drammatici – dalle fughe al Sud prima delle restrizioni ai bollettini quotidiani di contagi – rimane vivo, scolpito nella memoria collettiva di una nazione che scoprì la propria fragilità.


Le immagini che hanno segnato un’epoca

La pandemia ha lasciato dietro di sé scene che nessuno potrà dimenticare. I camion in fila a Bergamo, carichi di bare che il cimitero non riusciva più a contenere, sono diventati l’emblema di un’emergenza fuori controllo. Nelle terapie intensive, medici e infermieri combattevano senza sosta, mentre fuori il silenzio delle città deserte era rotto solo dalle sirene delle ambulanze. Quei momenti, raccontati da chi li ha vissuti, come il primario Roberto Cosentini dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, mostrano un’Italia impreparata ma resiliente.

Dalle difficoltà alla rinascita: cosa abbiamo imparato

Il lockdown fu un tentativo estremo di fermare il virus, con negozi, scuole e vite sospese per mesi. Dopo il picco di aprile 2020, la “fase 2” di maggio portò le prime riaperture, segnando l’inizio di una lenta ripresa. Tuttavia, il costo fu altissimo: oltre 190.000 morti e un sistema sanitario al collasso. Oggi, a cinque anni di distanza, esperti e cittadini riflettono sull’importanza di essere preparati a future crisi, valorizzando il senso di comunità emerso tra le difficoltà e la solidarietà che ha unito il Paese.

Bergamo al centro del mondo: una ferita ancora aperta

Bergamo, epicentro della tragedia, ha pagato il prezzo più alto. Roberta Caprini, di un’agenzia funebre locale, ricorda i 1200 funerali gestiti solo a marzo 2020, un numero che racconta il dramma di una città sopraffatta. Cinque anni dopo, la ferita è ancora viva, ma la pandemia ha anche insegnato a non dare nulla per scontato. Tra vaccini e nuove abitudini, l’Italia guarda avanti, portando con sé il peso di quei giorni e la forza di chi li ha superati.

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