venerdì 28 febbraio 2025

Alessia Pifferi: "io picchiata dalle altre detenute"

Alessia Pifferi, la donna condannata in primo grado all’ergastolo per l’omicidio della figlia Diana, è stata nuovamente al centro delle cronache. Detenuta nel carcere di Vigevano, non si è presentata a un’udienza del processo d’appello a Milano, giustificando l’assenza con un’aggressione subita da altre detenute. L’episodio, che le avrebbe causato la necessità di quattro punti di sutura al viso, evidenzia le difficoltà che Pifferi sta affrontando durante la detenzione, segnata da tensioni e violenze.


Il contesto del processo d’appello

L’udienza in questione fa parte del processo d’appello per la morte della piccola Diana, lasciata morire di stenti a soli 18 mesi nel luglio 2022. Pifferi, che ha sempre sostenuto di non aver premeditato il gesto, è assente dall’aula per la seconda volta, dopo aver denunciato pestaggi già in passato. La sua assenza non è stata riconosciuta come “legittimo impedimento”, ma ha riacceso il dibattito sulle condizioni carcerarie e sul trattamento che riceve, spesso bersaglio di insulti come “mostro” e “assassina”.

Una storia di violenza ricorrente

Non è la prima volta che Pifferi denuncia aggressioni in carcere. Quando era detenuta a San Vittore, aveva raccontato di essere stata picchiata e di subire continue minacce notturne. Questi episodi sembrano riflettere il giudizio delle altre detenute, che la considerano responsabile di un crimine atroce. La recente aggressione a Vigevano, con ferite visibili, conferma un pattern di ostilità che accompagna la sua detenzione, rendendo la sua vita in carcere ancora più complessa.

Le reazioni e il dibattito pubblico

La vicenda di Alessia Pifferi continua a dividere l’opinione pubblica. Da un lato, c’è chi vede nelle aggressioni un’ulteriore punizione per un atto imperdonabile; dall’altro, chi sottolinea come la violenza in carcere sollevi interrogativi sulla sicurezza e sulla gestione delle detenute. Intanto, il processo d’appello procede tra perizie psichiatriche e scontri legali, con la difesa che insiste su un possibile deficit cognitivo, mentre l’accusa mantiene la linea dura sull’omicidio volontario.

Nessun commento:

Posta un commento

L’impatto dell’uso precoce degli smartphone sui voti scolastici

L’utilizzo degli smartphone in età precoce sta diventando una pratica sempre più comune tra i bambini e i ragazzi. Tuttavia, studi recenti c...