giovedì 6 marzo 2025

Aggressione shock nel carcere di Secondigliano

Il carcere di Secondigliano a Napoli è stato teatro di un’ennesima aggressione ai danni di un infermiere. L’episodio, avvenuto nel dipartimento di salute mentale, ha visto due detenuti scagliarsi contro il sanitario durante il suo turno di lavoro. Un evento che riporta l’attenzione sulla sicurezza del personale medico negli istituti penitenziari, dove la violenza sembra essere un rischio quotidiano sempre più difficile da arginare.


Dinamica dell’incidente: un attacco improvviso

L’infermiere, impegnato a garantire assistenza ai detenuti, è stato aggredito senza preavviso mentre operava nel reparto. I due responsabili, secondo quanto emerso, avrebbero agito con violenza fisica, costringendo il professionista a richiedere immediati soccorsi. L’intervento tempestivo dei colleghi ha evitato conseguenze più gravi, ma l’episodio ha lasciato un segno profondo, sia sul piano fisico che emotivo, per chi lavora in queste condizioni estreme.

Un bollettino di violenza in crescita

Non si tratta di un caso isolato: dall’inizio del 2025, le aggressioni al personale sanitario nella zona di Napoli hanno raggiunto numeri allarmanti, con 14 episodi registrati solo nell’area dell’ASL Napoli 1 e 17 includendo l’ASL Napoli 2. Il carcere, luogo simbolo di sicurezza, si trasforma troppo spesso in un’arena di pericolo per chi, come gli infermieri, è lì per prestare aiuto. La situazione evidenzia una crisi strutturale che richiede interventi urgenti per tutelare chi opera in prima linea.

La richiesta di sicurezza: basta impunità

Le reazioni non si sono fatte attendere: si leva forte la richiesta di misure concrete per proteggere i sanitari. Tra le proposte, trasferimenti più agevoli per chi opera in contesti a rischio e un rafforzamento delle strategie di prevenzione. “O si garantisca la sicurezza o si permetta ai lavoratori di scegliere dove prestare servizio”, è il grido di chi denuncia una condizione simile a un “ergastolo” per i professionisti della salute. La vicenda di Secondigliano è un monito: serve un cambio di rotta immediato.

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