Durante i lavori per la linea ad Alta Velocità Napoli-Bari, nel territorio di Ponte, in provincia di Benevento, è emerso un santuario di epoca greco-romana che ha sorpreso archeologi e studiosi. Questo ritrovamento, avvenuto nel cuore del Sannio, testimonia la ricchezza storica della regione e si inserisce in un progetto infrastrutturale che collega passato e futuro. La scoperta è stata resa possibile grazie agli scavi per il raddoppio della tratta Telese-Vitulano, dimostrando come progresso e archeologia possano convivere armoniosamente.
Il Santuario: un tempio dedicato alla guarigione e alla fertilità
Il santuario, datato tra il periodo ellenistico e romano, sembra essere stato un luogo di culto legato a divinità della guarigione, della fertilità della terra e della maternità. Tra i reperti spiccano statuette votive raffiguranti giovani donne devote e guerrieri, oltre a un modello di tempietto in terracotta destinato a raccogliere offerte. Gli oggetti, come ceramiche e monete, riflettono un sincretismo tra culti sanniti, greci e romani, offrendo una preziosa chiave di lettura sulla vita spirituale dell’epoca.
Reperti eccezionali: dettagli di un passato vivo
Gli scavi hanno riportato alla luce materiali di grande valore, tra cui statuette anatomiche votive, probabilmente offerte per invocare guarigioni, e una statuetta di Ercole in lega metallica, databile al II secolo a.C. Quest’ultima, simbolo di protezione per greggi e commerci, sarà presto restaurata per essere esposta al pubblico. La complessità architettonica del sito e la varietà dei reperti raccontano una storia di devozione e cultura, intrecciando tradizioni locali con influenze ellenistiche e romane.
Dal cantiere al museo: valorizzare il patrimonio
La scoperta è stata celebrata con una mostra temporanea presso il Centro Operativo di Benevento, dove i reperti sono stati presentati al pubblico. L’obiettivo è rendere il santuario fruibile, trasformandolo in un punto di interesse culturale. Questo ritrovamento non è isolato: lungo la stessa linea ferroviaria sono emerse anche una villa romana a Solopaca e altri siti, confermando il Sannio come scrigno di tesori archeologici. Un esempio virtuoso di come le grandi opere possano diventare un’occasione per riscoprire e valorizzare il passato.
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