martedì 25 febbraio 2025

Santanchè sopravvive alla sfiducia: la Camera dice no, ma il caso esplode!

La Camera dei Deputati ha respinto oggi, 25 febbraio 2025, la mozione di sfiducia contro Daniela Santanchè, ministra del Turismo, con 206 no, 134 sì e un astenuto. Presentata da M5S, Pd e Alleanza Verdi e Sinistra, la mozione puntava a far cadere la ministra per le inchieste su Visibilia e presunte irregolarità con l’Inps. La maggioranza, guidata da Fratelli d’Italia, ha serrato i ranghi, garantendo a Santanchè la continuità al governo e dimostrando compattezza nonostante le accuse.

Santanchè: difesa e promessa di riflessione


Davanti alla Camera dei Deputati, Santanchè ha replicato alle critiche con determinazione: “Sono il male assoluto per voi, ma deciderò da sola sul mio futuro”. Ha annunciato una riflessione sulle dimissioni dopo l’udienza preliminare, guidata dal rispetto per il premier e il suo partito, denunciando una “gogna mediatica”. Il suo intervento ha scaldato i banchi della maggioranza, mentre l’opposizione contestava rumorosamente, senza però scalfire il sostegno dei suoi alleati.

Le reazioni: opposizione furiosa, maggioranza silente


L’opposizione ha attaccato duramente: si parla di “disastro morale” e di una maggioranza che “protegge l’indifendibile”. Leader come Conte e Schlein hanno criticato Meloni, accusandola di ignorare il caso, mentre Bonelli ha evocato i lavoratori delle società della ministra. Nella Camera dei Deputati, però, la maggioranza ha scelto il silenzio strategico: pochi interventi, nessun big in prima linea, solo un sostegno pragmatico espresso dal voto, con Tajani a confermare la linea di governo.

Un caso aperto tra politica e giustizia


La Camera dei Deputati ha dato ossigeno a Santanchè, ma la partita è lungi dall’essere chiusa. Le indagini giudiziarie proseguono e la ministra resta sotto pressione, con il suo destino legato sia agli sviluppi legali che a una scelta personale. Il garantismo della maggioranza ha prevalso, ma il caso continua a dividere l’opinione pubblica, lasciando intravedere possibili scossoni futuri nell’esecutivo guidato da Meloni.

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