Giorgia Meloni ha scelto il palco virtuale del CPAC, la convention dei conservatori americani, per ribadire con forza l’importanza dell’alleanza tra Italia e Stati Uniti sotto la guida di Donald Trump. Nel suo intervento del 22 febbraio 2025, la premier italiana ha sottolineato come il legame tra Europa e America sia imprescindibile per la difesa dei valori occidentali, definendo Trump un leader “forte ed efficace”.
Un messaggio chiaro: l’Italia intende giocare un ruolo chiave in questa partnership transatlantica
L’Occidente unito contro le divisioni
Meloni ha respinto le critiche di chi prevede un allontanamento di Trump dall’Europa, affermando che i “nemici” dell’Occidente sperano invano in una frattura. Ha elogiato il lavoro del CPAC nel costruire una rete globale conservatrice, capace di dare voce a milioni di persone. La premier ha enfatizzato che la collaborazione tra i due continenti è vitale, citando il sostegno all’Ucraina come esempio di unità contro “un’aggressione brutale”, e auspicando una pace giusta con il contributo di una leadership solida come quella di Trump.
Successi italiani e critica alla propaganda
Con orgoglio, Meloni ha rivendicato i risultati del suo governo: crescita economica, occupazione record e una riduzione del 60% dei flussi migratori. Ha smentito le previsioni catastrofiche di chi vedeva un’Italia isolata sotto un esecutivo conservatore, definendole “fake news”. Questo successo, secondo la premier, dimostra che i cittadini scelgono i conservatori per la loro concretezza, opponendosi alle narrazioni di una sinistra accusata di voler cancellare identità e storia.
Un ponte tra Europa e USA
La leader italiana si è proposta come mediatrice tra le due sponde dell’Atlantico, difendendo l’orgoglio europeo ma senza rinunciare all’alleanza con gli Stati Uniti. Ha ricordato che con Trump non si ripeteranno errori come il ritiro dall’Afghanistan, puntando su una cooperazione pragmatica. Il suo discorso al CPAC rafforza la posizione dell’Italia come attore di spicco nel panorama conservatore globale, tra difesa dei valori tradizionali e dialogo con l’America di Trump.
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