A distanza di quasi due decenni dall’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, il caso che ha scosso l’Italia torna sotto i riflettori. La Procura di Pavia ha riaperto le indagini, notificando un avviso di garanzia ad Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Questo sviluppo rappresenta una svolta inaspettata in una vicenda che sembrava ormai chiusa con la condanna definitiva di Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara, a 16 anni di carcere. Nuove analisi forensichedel DNA, rese possibili da tecnologie avanzate, hanno riacceso l’interesse su uno dei misteri giudiziari più discussi del nostro Paese.
Il ruolo di Andrea Sempio nel caso
Andrea Sempio, oggi 36enne, non è un nome nuovo nell’inchiesta. Già indagato in passato, era stato prosciolto nel 2017 quando le accuse contro di lui furono archiviate per mancanza di prove concrete. Frequentatore abituale della casa dei Poggi, Sempio era amico di Marco, il fratello di Chiara, e secondo alcune ricostruzioni utilizzava spesso il computer della ragazza. La sua posizione torna ora al centro dell’attenzione grazie a tracce genetiche rinvenute sotto le unghie della vittima, che non corrispondono al DNA di Stasi ma che potrebbero essere collegate a lui, aprendo scenari inediti.
Nuove tecnologie e vecchie domande
La riapertura del caso è stata possibile grazie ai progressi nelle tecniche di analisi del DNA, che hanno permesso di rivalutare materiale biologico ritenuto in precedenza inutilizzabile. Queste tracce, analizzate con metodi all’avanguardia, hanno portato gli inquirenti a ipotizzare un possibile concorso in omicidio, coinvolgendo Sempio insieme a ignoti o persino a Stasi. Domani, presso la sede della Scientifica dei carabinieri di Milano, Sempio sarà sottoposto a un prelievo coattivo per confrontare il suo DNA con i reperti, un passo decisivo per confermare o smentire i sospetti.
Un caso che divide ancora l’opinione pubblica
La notizia ha riacceso il dibattito tra chi crede nella colpevolezza di Stasi e chi, invece, ha sempre dubitato della versione ufficiale. La madre di Chiara, Rita, ha dichiarato di considerare il colpevole già individuato, mentre la difesa di Sempio si dice “sconvolta” e parla di un’indagine incomprensibile dopo anni di archiviazioni. Intanto, l’Italia segue con il fiato sospeso gli sviluppi di un caso che, a 18 anni di distanza, continua a sollevare interrogativi e a tenere viva la memoria di Chiara Poggi.
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