Donald Trump è tornato e, come un elefante in un negozio di porcellane, ha deciso di colpire l’Unione Europea con dazi del 25% sui suoi prodotti. Durante la prima riunione di gabinetto alla Casa Bianca, ha sparato a zero: “L’Ue è nata per fregare gli Stati Uniti, ma ora ci sono io”. Un’accusa che sa di propaganda, ma che rivela la sua ossessione protezionista. L’idea è chiara: tassare auto, prodotti agricoli e tutto ciò che attraversa l’Atlantico, senza distinzioni. Peccato che dietro questa mossa ci sia più show che strategia, e a farne le spese potrebbero essere proprio i consumatori americani.
L’Europa non ci sta: “Reagiremo con fermezza”
La Commissione Europea non ha perso tempo a rispondere: “Reagiremo in modo fermo e immediato”. Altro che inchinarsi al tycoon! Bruxelles rivendica il suo ruolo di “manna per gli Usa”, sottolineando come il mercato unico abbia facilitato il commercio e gli investimenti americani. L’Ue non intende subire passivamente un attacco che rischia di destabilizzare un rapporto commerciale da 1,5 trilioni di dollari l’anno. La sfida è lanciata: se Trump vuole la guerra dei dazi, l’Europa è pronta a contrattaccare, magari con misure specularmente punitive.
Una guerra commerciale che colpisce tutti
Ma chi vince davvero in questo scontro? Nessuno. I dazi non sono solo un’arma contro l’Europa, ma un boomerang che farà aumentare i prezzi negli Usa e danneggerà le imprese europee. Pensate alle auto tedesche o al vino italiano: con un 25% in più, chi le comprerà? E mentre Trump si vanta di “proteggere l’America”, il rischio è una spirale di ritorsioni che affosserà l’economia globale. Altro che “America First”: questa è una ricetta per il caos, con i lavoratori e le aziende a pagarne il costo.
L’Italia in bilico: Meloni dove sei?
E l’Italia? Silenzio tombale da Giorgia Meloni, mentre il Made in Italy trema. Dazi del 25% su pasta, olio e moda sarebbero un disastro per le nostre esportazioni. Le opposizioni gridano: “Meloni, svegliati!”. Ma lei, paladina del sovranismo, sembra paralizzata di fronte al suo idolo Trump. Intanto, Confindustria parla di “ora buia” per l’economia europea. La domanda è semplice: fino a quando resteremo a guardare mentre Trump gioca a fare lo sceriffo del commercio mondiale?
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